Perché in Mozambico
La scelta del Mozambico è dovuta all’incontro provvidenziale di due desideri, il desiderio degli amici di O Viveiro Tete e di quelli di O Viveiro Roma. I nostri amici mozambicani desideravano impegnarsi per lo sviluppo del loro Paese a cominciare dalla base: lo sviluppo delle zone più povere e depresse attraverso l’educazione delle bambine e delle ragazze. I soci e gli amici di O Viveiro Roma, dal canto loro, avvertivano l’esigenza di un impegno solidale per lo sviluppo del continente africano. Nella consapevolezza che si tratta di un’esperienza limitata, la nostra comune speranza è nell’effetto moltiplicatore che avranno le nostre ragazze sulle loro famiglie, sulle loro comunità e sul loro Paese che in questi anni abbiamo cominciato a conoscere meglio.
Il Mozambico, nonostante il consistente sviluppo conosciuto tra il 1996 e il 2015 (tasso di crescita medio annuo del PIL pari al 7,8% tra i più elevati dell’Africa sub-sahariana) resta uno dei paesi più poveri del mondo. Oltre la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, il bilancio nazionale è condizionato dagli aiuti provenienti dall’estero e oltre l’80% della popolazione dipende dall’agricoltura particolarmente esposta alle catastrofi naturali. Il netto rallentamento degli ultimi quattro anni, causato dalla crisi finanziaria prima, dalle avverse condizioni metereologiche poi (siccità e cicloni) ed in ultimo dalla pandemia del COVID-19, non sembra, tuttavia, avere spento le speranze di un rapido ritorno ad una fase più favorevole. Tali speranze si basano sull’ingente patrimonio di materie prime, in particolare gas naturale, grazie ai mega progetti di sfruttamento di Total, Eni ed Exxon Mobil.
In generale nelle regioni interne, nelle zone rurali (come è il caso della provincia di Tete dove si trova O Viveiro), del centro ed in quelle del nord del Paese sono presenti, a carattere endemico, pur se in lenta riduzione, la malaria, l’HIV, la meningite, la tubercolosi, l’epatite, il colera (in ripresa dopo i cicloni del 2019) ed altre malattie gastrointestinali. D’altronde. malgrado i recenti miglioramenti, la situazione sanitaria è ancora molto precaria: (meno del 3%del PIL viene destinato alla sanità) e meno di un quarto della popolazione ha accesso a servizi igienico-sanitari adeguati.
L’aspettativa di vita, in crescita, è in media pari a 60 anni (57 per i maschi e 62 per le femmine). Il
tasso di scolarità nell’insegnamento primario si attesta all’80%, ma scende fino al 12% per la scuola secondaria (ad esclusione della formazione professionale), con importanti variazioni regionali e tra zone urbane e rurali. Il fenomeno dell’abbandono degli studi interessa il 7,5% degli studenti nel primo ciclo della scuola primaria, in particolar modo bambine e ragazze.
Per approfondire:
https://www.afro.who.int/pt/countries/mozambique
https://www.internazionale.it/tag/paesi/mozambico
https://www.indexmundi.com/it/mozambico/popolazione_sotto_la_linea_di_poverta.html
https://www.aics.gov.it/oltremare/sedi-estere/mozambico-il-temuto-impatto-della-pandemia/
https://www.medicisenzafrontiere.it/cosa-facciamo/dove-lavoriamo/mozambico/
https://www.mediciconlafrica.org/
https://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.LE00.IN?locations=MZ,
https://www.indexmundi.com/it/mozambico/tasso_alfabetizzazione.html