A chi è destinato
Il progetto è stato costruito per Adelina, Fatima, Rosa, Ana Rita, Claudia, Lucinha, Paciencia, Teresa, e tutte le altre – grandi e piccole della provincia di Tete e oltre – che si succedono nel tempo e che, come loro, sono orfane e/o provengono da contesti di emarginazione economica e sociale, prive di qualsiasi possibilità di cambiare in meglio la loro situazione.
Il nostro progetto ha scelto di rivolgersi a non più di una ventina di bambine e ragazze da 10 e 18 anni, per cercare di seguire al meglio la loro formazione. Matrimoni precoci, gravidanze premature, l’avvio al lavoro già in età minorile, il tasso elevato di analfabetismo femminile e di abbandono scolastico ci hanno confermato nell’intenzione di rivolgerci a bambine e ragazze come ai destinatari più ‘giusti’ per il nostro intervento.
Bambine, ragazze e future donne sono il centro del nostro progetto perché pensiamo che, soprattutto in situazioni di deprivazione ed estrema povertà, siano le donne, con la generazione e la cura dei figli, la vera radice della società. Sono loro il cuore della famiglia, del primo e più importante nucleo di aggregazione umano. Favorire la formazione e lo sviluppo delle donne, fin dall’età giovanile, vuol dire promuovere, in modo equilibrato, la società intera.
L’incontro con la realtà, ci ha indotti ad una certa flessibilità riguardo all’età di ingresso e di uscita. In alcuni casi ci viene chiesto di accogliere bambine più piccole, come Vania, per tirarle fuori da situazioni particolarmente pericolose, mentre altre restano al Viveiro anche dopo aver compiuto i 18 anni se devono finire le scuole secondarie. Winai, ad esempio, orfana di padre e madre deceduti nello stesso giorno, è entrata al Viveiro a 14 anni ma aveva frequentato solo la quarta classe.